A Solopaca, la XXXIX Sagra dell’Uva

A Solopaca, la XXXIX Sagra dell’Uva

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Parlare di Solopaca senza pensare all’uva, al vino, alla festa dell’uva è oggi praticamente impossibile. La coltivazione della vite affonda le radici in tempi antichissimi. E come sempre avviene per ciò che è antico e costante, al lavoro dei campi ed alla produzione del vino si sono intrecciati e collegati fatti ed eventi di vita quotidiana sopravvissuti in racconti, documenti, storie e leggende che hanno accompagnato la comunità solopachese lungo il corso dei secoli, dando spazio e forme a tradizioni, folclore, usi e costumi.

In questo clima, ha preso corpo e si è sviluppata la “Festa dell’Uva”. La sua origine risale al ‘700 quando la Confraternita locale celebrava la Festa dell’Addolorata raccogliendo doni, soprattutto uva, trasportati su carri addobbati, per poi essere venduti in un’asta pubblica.

Caduta in desuetudine per un lungo periodo di tempo, la manifestazione è stata ripresa nel 1979 e continua ininterrottamente fino ad oggi.

Elemento fondamentale sono i carri allegorici, delle piccole opere d’arte, realizzati con chicchi di uva dai bravi maestri carraioli, che ogni anno, con fantasia, bravura e creatività riescono a comporre motivi, realizzare scene, interpretare soggetti e temi da proporre al pubblico, durante la sfilata, la seconda domenica di settembre di ogni anno. I carri d’uva di Solopaca sono un mirabile esempio di come un elemento naturale, l’uva, nelle abili mani di artisti artigiani diventi linguaggio, poesia, creatività, cultura.

L’uva è la vera protagonista, i suoi chicchi vengono pazientemente incollati uno ad uno dopo un’accurata selezione per grandezza e sfumatura di colore per realizzare l’effetto policromo. Un tempo i carri venivano ornati con grappoli interi e dalla loro alternanza (bianchi e neri) si ricavava un effetto di chiaro-scuro. Il loro significato era votivo ed economico: l’uva venduta, il ricavato devoluto per la festa religiosa in onore dell’Addolorata la cui statua interamente ricoperta di grappoli apriva la sfilata. Il significato di rito propiziatorio è evidente e si riconnette agli antichissimi culti mediterranei rivissuti alla luce della spiritualità cristiana.

Oggi il significato è più laico ma non meno culturale. Il fine è quello di valorizzare il vino che, in quanto derivato dell’uva, è un prodotto naturale, ma, in quanto frutto del lavoro umano, è un tipico prodotto culturale. La manifestazione rappresenta, dunque, uno “spaccato” storico-sociale di una tradizione: l’offerta votiva di carri fatti d’uva a cui si è aggiunto un messaggio pubblicitario del prodotto: il vino D.O.C.

La XXXIX edizione sarà dedicata a Campania Felix e vedrà la partecipazione di una delegazione della “Festa dei Gigli” di Nola con una splendida struttura che sarà allestita in piazza Municipio; vedrà inoltre una rappresentanza dei Carri di grano di Foglianise e la partecipazione delle Pro Loco della provincia di Benevento, invitate dall’Unpli Benevento, con costumi tradizionali e prodotti tipici.

La manifestazione, oltre alla sfilata dei carri allegorici prevista per la mattinata di domenica 11 settembre, prevede: percorsi del gusto con le cantine del Consorzio Sannio Dop, laboratori del gusto a cura di Slow Food e dell’AIS Benevento, percorsi storici, artisti di strada, gruppi folk, bottari, esposizione di prodotti tipici, la tradizionale Asta dell’Addolorata, spettacoli musicali e di cabaret, una lotteria con ricchi premi e tanto altro ancora.

Sito web: www.prolocosolopaca.it www.facebook.com/prolocosolopacawww.twitter.com/prolocosolopaca – e-mail: info@prolocosolopaca.it  – Tel. 0824977659

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